Siamo sicuri di aver capito bene in che cosa consiste il cashback per i pagamenti elettronici? Se ne sta parlando da mesi, c’è molta attenzione a riguardo, ma serve ancora fare un briciolo di chiarezza.
Di che cosa si tratta?
L’iniziativa del Governo serve a incentivare i pagamenti non in contante, attraverso la restituzione (cashback) di una percentuale della spesa effettuata. Questa restituzione sarà del 10%, fino a un massimo di spesa di 1.500 euro a semestre, quindi 150 euro ogni sei mesi (300 euro all’anno).
Quando sarà la partenza del cashback per i pagamenti elettronici?
Il programma doveva inizialmente partire lo scorso luglio, poi è stato rinviato al 1 gennaio 2021. Le ultime indiscrezioni danno come possibile la data di inizio al 1 dicembre del 2020, con una sorta di “sperimentazione” per la quale saranno sufficienti dieci pagamenti tracciabili e che cadrà nel pieno degli acquisti natalizi. A quanto pare, il primo mese essendo ancora nel 2020 potrebbe concorrere a un “maxirimborso” ovvero il 10% fino a 1.500 euro di spesa, per poi conteggiare nuovamente il tetto massimo nel primo semestre del 2021. Nel tentativo di incentivare soprattutto i piccoli acquisti, visto che gli acquisti di importo elevato spesso avvengono già in modalità senza uso di denaro contante, saranno fissate delle soglie minime di numero di acquisti: 10 acquisti per dicembre 2020, 50 transazioni elettroniche a semestre dal 2021.
Quali punti non sono ancora chiari nel programma di cashback?
Ci sono ancora incertezze su diverse questioni. In particolare i casi e i criteri per il rimborso, come le eventuali forme di adesione volontaria degli esercenti, i criteri per l’attribuzione del rimborso, anche in relazione ai volumi e alla frequenza degli acquisti, e anche quali strumenti di pagamento saranno validi per il rimborso e per quali tipologie di spesa.
Chi sono i beneficiari del cashback?
Ci sono ancora incertezze su diverse questioni. In particolare i casi e i criteri per il rimborso, come le eventuali forme di adesione volontaria degli esercenti, i criteri per l’attribuzione del rimborso, anche in relazione ai volumi e alla frequenza degli acquisti, e anche quali strumenti di pagamento saranno validi per il rimborso e per quali tipologie di spesa.
Come fare a usufruirne?
Per partecipare all’iniziativa è necessario iscriversi con la app IO, la applicazione per smartphone dedicata ai pagamenti della pubblica amministrazione che molti hanno già conosciuto per il bonus vacanze. Il Garante della Privacy ha anche dato la possibilità di partecipare al programma attraverso le banche o le società che emettono le carte di pagamento: questa semplificazione fa sì che si possa partecipare attivando il sistema nella propria banca (o app di pagamento se lo prevede).
Se si decide di partecipare tramite IO.it, in fase di registrazione, oltre al proprio codice fiscale, l’utente dovrà indicare gli strumenti di pagamento elettronici che utilizza e anche l’Iban su cui verrà poi accreditato il cashback.
Quali sono le spese ammesse?
Il cashback riguarderà indistintamente qualsiasi tipologia di spesa pagata in modalità elettronica, quindi gli acquisti di generi alimentari, di capi di abbigliamento, spese mediche, i pagamenti nei ristoranti o tutte le altre tipologie di spesa, escluse quelle fatte online. Siccome lo scopo dell’iniziativa è dare una spinta all’utilizzo dei pagamenti elettronici, non avrebbe senso incentivare i sistemi che già li utilizzano in modo molto esteso.
Quando e come avverranno i rimborsi?
Le risposte certe e definitive non ci sono ancora. Dovrebbero avvenire tramite bonifico sul conto corrente, probabilmente nei mesi di giugno e dicembre.
La cifra stanziata dallo Stato basterà per tutti?
Sono stati stanziati 3 miliardi, quindi se tutti i consumatori arrivassero alla soglia massima di spesa di 3.000 euro all’anno, il rimborso di 300 euro potrebbe arrivare al massimo a 10 milioni di persone.